Perchè se ne parla tanto?

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Il neurofeedback è uno strumento moderno e supportato scientificamente, valida alternativa all’intervento farmacologico, utilizzato per una vasta gamma di problemi di salute mentale e fisica, tra cui:

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  • disturbi d’ansia e di panico
  • disturbi dell’umore
  • disturbi ossessivo-compulsivi
  • disturbi del sonno
  • disturbi dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD)
  • acufeni
  • traumi cerebrali
  • epilessia
  • sindrome di Tourette
  • dolore cronico
  • fibromialgia
  • dipendenze da droghe o alcol
  • disturbi alimentari
  • disfunzioni sessuali

La psichiatria cerca da sempre di intervenire sull’attività chimica disturbata del cervello, agendo su questa tramite farmaci che rischiano di essere sovraprescritti e di procurare effetti collaterali e dipendenza.

Il neurofeedback è in grado di intervenire sul malfunzionamento cerebrale e sul disagio psichico senza un intervento di tipo biochimico.

Le cellule cerebrali, i neuroni, comunicano tra di loro, non solo tramite sostanze chimiche ma anche attraverso piccoli segnali elettrici. La scienza ci sta permettendo sempre più di vedere come molti problemi di salute mentale e fisica siano causati dalla trasmissione difettosa di questi segnali elettrici nel cervello. Come accade nel mare questi segnali elettrici si muovono nel cervello con onde di altezza, forza e frequenza variabile. Onde troppo lente o troppo rapide, in una certa zona del cervello possono provocare ansia, pensieri ossessivi, dolori fisici, dipendenze o altro.

Il neurofeedback ci permette di vedere queste onde cerebrali su uno schermo di fronte a noi e di imparare a  modificarle, permettendo al nostro cervello di lavorare meglio e al disagio di ridursi o scomparire.

Gli elettrodi sono come delle antenne che rilevano come il nostro cervello sta lavorando, trasmettendo i segnali rilevati ad un computer. Il computer elabora i segnali e li visualizza sullo schermo.

Durante una sessione di neurofeedback la persona impara a gestire la propria attività cerebrale e a correggerne il malfunzionamento, attraverso degli esercizi simili a dei giochi interattivi. Potrebbe comparire sullo schermo un’immagine che occorre fare in modo che si muova o cambi in un certo modo. Ad esempio: potrebbe essere l’immagine di un palloncino che deve salire sempre più in alto.

Quando il nostro cervello lavora in modo corretto, ad esempio con meno ansia, meno rimuginio, più serenità, maggiore concentrazione e così via, il palloncino sale, quando non lo fa, il palloncino scende.  Il nostro cervello viene “premiato” quando “fa la cosa giusta” e “impara” così a rifarla con sempre maggiore frequenza. Il nostro cervello può “imparare” in questo modo a sviluppare meno ansia, ad essere meno dipendente da una sostanza, a ridurre un acufene e così via.

Il neurofeedback è anche utilizzato efficacemente per aiutare le persone a migliorare le proprie capacità cognitive, come la concentrazione e la memoria, a prevenirne il deterioramento e a migliorare le prestazioni sportive.

In Italia non sono ancora molti i clinici certificati nel possesso delle competenze pratiche nell’uso del neurofeedback (clicca qua per consultarne l’elenco). Siamo felici ed orgogliosi nel potervi dire che lo Studio dott. Maurizio Ferrari ad Albenga e Savona si inserisce tra questi.

Cliccando qua di seguito è possibile accedere al sito del Centro Italiano di Neurofeedback e Biofeedback CINB e, in particolare, alla pagina sulle evidenze scientifiche degli ultimi decenni raccolte sul Neurofeedback, e al sito della Federazione Europea di Biofeedback BFE, responsabile della certificazione delle competenze sul neurofeedback dei clinici.

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