Il Dialogo Interiore – prima parte

Che cosa è il dialogo interiore?

In ogni momento della nostra giornata, non importa se siamo impegnati in un ragionamento, se stiamo compiendo una qualche azione o se stiamo vivendo una specifica emozione, siamo costantemente in dialogo con noi stessi. Prestando attenzione, ci accorgeremo di ripeterci una serie di affermazioni su noi stessi, sulle persone e sulle situazioni intorno a noi, sulle nostre interazioni con queste. Diamo il nome di dialogo interiore all’incessante “parlare” con noi stessi che popola la nostra mente.

Questo “parlare” con noi stessi è caratterizzato da una serie di convinzioni che possono essere positive, ad esempio “posso farcela”, “sono capace di…”, “mi merito di…”, “io valgo”, “non è colpa mia” e così via, o negative, affermando l’esatto contrario.

La nostra mente è come un computer: può funzionare più o meno bene a seconda di ciò che inserisco al suo interno. Ripetermi convinzioni negative su di me è come infettare con un virus un computer: la mia mente si blocca, funziona male e questo incide negativamente sul mio benessere.


Noi siamo quello che pensiamo di noi

Questo succede perché, diversamente da quello che si può pensare, noi ci comportiamo sulla base di ciò che pensiamo di noi stessi e non viceversa. In mezzo agli altri diventi “di scarso valore”, “sbagliato”, “cattivo” e così via se pensi di esserlo e non il contrario. Lo stesso vale ovviamente in senso positivo.

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Pensiamo a noi allo stesso modo in cui altri hanno pensato a noi

Nessuno nasce già convinto di ciò che negativamente penserà di sé. Sono persone “incontrate” o esperienze vissute a “dirci” per prime, intensamente o ripetutamente, qualcosa su di noi, fino a quando ci ritroviamo a tradurle in convinzioni negative su noi stessi.

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Abbiamo quindi il diritto di pensare che nessuna di queste esperienze o persone meritino, pur avendola avuta in passato, così tanta importanza da poter dire tutta la Verità su di noi: possiamo far spazio a convinzioni su noi stessi meno abituali e più positive.

Sembrerà strano ma il primo “nemico” del cambiamento è spesso la nostra stessa mente. Il nostro cervello segue il principio del “minor dispendio di energia possibile”. Sostituire una convinzione su di sé, anche quando negativa, con una positiva ma meno abituale richiede fatica e la nostra stessa mente può opporre resistenza.

Quindi se le convinzioni negative su di noi le abbiamo “imparate” lungo gli anni, sostituirle con altre positive richiede un processo di apprendimento simile ma in direzione contraria: dobbiamo iniziare a farlo anche se non ci crediamo ancora del tutto, ripeterlo ogni giorno, non scoraggiarci per le eventuali “ricadute”, avere pazienza se i risultati non arrivano velocemente.

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