Anche per quest’anno! (Clicca per maggiori informazioni o iscrizioni)

Gruppi di Mindfulness: ogni due mesi un nuovo percorso! 

Clicca qua per accedere alla pagina del sito da cui scaricare gratuitamente un piccolo manuale di auto-aiuto contro l’ansia, i pensieri ossessivi, la rabbia e molte altre esperienze che possono minare il tuo benessere.

  

.

Ricevo ad Albenga e a Savona

Per contatti consultate la pagina Contatti all’interno del sito.

Perché EMDR Albenga.

L’EMDR, dall’inglese “eye movement desensitization and reprocessing”, in italiano “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”, è una tecnica terapeutica di recente ma rapida diffusione, utilizzata con notevole successo per il trattamento degli effetti patologici delle esperienze traumatiche e di diverse problematiche legate allo stress ed applicata con risultati interessanti all’interno di interventi terapeutici su diversi disturbi come parte delle fobie, dei disturbi d’ansia, dei disturbi alimentari e dei disturbi dell’umore, per citare i più frequenti.

Invito da subito chiunque volesse accedere ad una ricca raccolta di ricerche, articoli, testi sull’EMDR o approfondire le diverse parti dell’articolo a consultare il sito della Associazione Italiana EMDR.

L’EMDR si fonda su una serie di considerazioni

L’intera esistenza di ogni singolo individuo è costellata da innumerevoli esperienze spiacevoli e dolorose, di varia natura ed entità, che ognuno è biologicamente, quindi anche psicologicamente, attrezzato ad attraversare e risolvere. Di questo ne è riprova ad esempio il fatto che la maggior parte delle persone coinvolte da eventi tragici, pensiamo ad un terremoto di notevole intensità, non sviluppa particolari disturbi psico-fisici successivamente allo stress subito, che si manifesteranno invece, nella forma e per i motivi che vedremo più avanti, in una percentuale ridotta della popolazione.

Le situazioni che maggiormente mettono alla prova le capacità adattive degli esseri umani vengono comunemente definite “traumi” e possono essere ricondotte a due categorie di esperienze, ugualmente capaci di determinare negli individui elevati livelli di tensione:

    1. eventi acuti, vissuti dal soggetto come in grado di mettere seriamente in pericolo la propria vita o quella delle persone per lui importanti, come l’esperienza di un grave incidente, di una malattia mortale o di un lutto, di una qualche calamità naturale, del subire importanti atti violenti o abusi di vario tipo;
  • esperienze di deprivazione, frustrazione, violenza, di entità rilevante ma non tanto da mettere singolarmente in pericolo la vita di chi le subisce, che vengono però tristemente ripetute nel tempo, come nel caso di carenti cure genitoriali in età precoce, di assenza, non necessariamente fisica, di una delle figure genitoriali, di continue svalutazioni del soggetto da parte dell’ambiente relazionale circostante, del subire ripetutamente atti di bullismo o di mobbing e così via.

Per un concorso di fattori individuali ed ambientali, specifiche esperienze traumatiche appartenenti ad entrambi le categorie delineate, occorse lungo la vita di determinate persone, in una certa percentuale della popolazione, non riescono a risolversi lungo i normali canali elaborativi di cui ognuno è dotato ma rimangono malignamente bloccate all’interno dell’organismo che le ha vissute.

Tale blocco può determinare, specificatamente nel caso dei traumi acuti, un disturbo post traumatico da stress (PTSD: Post-Traumatic Sress Disorder) o essere, comprendendo in questo caso tutte le diverse altre esperienze traumatiche, tra le possibili cause di molteplici altri disturbi mentali di varia natura ed entità. Il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders-V), l’ultima edizione cioè del manuale diagnostico dei disturbi mentali internazionalmente maggiormente utilizzato da medici, psichiatri e psicologi per il proprio lavoro, riconduce ben 52 diversi disturbi mentali anche ad esperienze di origine traumatica. Tra questi: vari disturbi d’ansia, i disturbi di panico, le fobie, i disturbi ossessivo-compulsivi, diversi disturbi dell’umore, tra cui la depressione, varie forme di dipendenza, i disturbi alimentari ed altri.

Il blocco in questione è da considerarsi come una memoria dell’evento traumatico, spesso inconsapevole, che rimane “attiva”, quindi non elaborata, non risolta, all’interno della mente. Generalizzando per una maggiore chiarezza: una memoria elaborata di un evento traumatico è quella che può essere caratterizzata da vissuti di questo tipo: “ricordo il tale evento che ho subito, ricordo di aver provato allora molto dolore e sofferenza, ma oggi riesco a pensare a quell’episodio senza particolare disagio, in maniera quasi distaccata”; al contrario, una memoria non risolta può risuonare così nell’esperienza soggettiva: “non posso pensare a quell’evento, anche se sono passati molti mesi o anni, perché ancora oggi mi procura molto dolore o comunque un certo disagio”, oppure: “anche se è passato del tempo ci sono momenti in cui non riesco a pensare ad altro” o ancora, inserendo la dimensione della possibile e frequente inconsapevolezza: “ad un certo punto ho incominciato ad essere invaso dall’ansia quando mi trovo in mezzo ad altre persone ma non so il perché”.

Tali memorie sono un complesso sistema di sensazioni fisiche (come il dolore ad esempio) di emozioni (come la paura o la tristezza, tra molte altre) e di cognizioni, valutazioni riguardanti sé ed il proprio ambiente relazionale (ad esempio: “chiunque ha il diritto di farmi del male, non valgo nulla”), sperimentate ed elaborate intorno all’evento di vita traumatico. Tali sensazioni, emozioni e cognizioni vengono fisicamente archiviate, “memorizzate” in relazione tra loro, riattivandosi, in maniera negativa per il soggetto, che ne viene condizionato, se stimolate da successive esperienze, accadute o che, non ancora successe, si ha la convinzione che si verificheranno in ogni caso prima o poi. Tale processo si manifesta, ad esempio, attraverso vissuti, in realtà spesso inconsapevoli, di questo tipo: “questa esperienza mi sta mettendo in pericolo come quella volta in cui …” e quindi “sviluppo ansia”, oppure “allora evito di viverla”, oppure, avendola vissuta, “mi sento in colpa e mi punisco in qualche modo” e così via.

Applicazioni dell’EMDR

La terapia con EMDR è specificatamente orientata a favorire una rielaborazione, una dispersione di questo materiale esperienziale che, rimasto appiccicato da qualche parte nel nostro cervello, in maniera frammentata, continua comunque a “pulsare”, invadendo lo spazio circostante, la nostra mente. Fino a questo punto è ovvio che l’EMDR non introduce in ambito psicoterapeutico sostanzialmente nulla di particolarmente originale rispetto alla maggioranza degli approcci e delle tecniche esistenti.

La peculiarità dell’EMDR risiederebbe nella scoperta, nonché nella successiva messa a punto di una procedura di stimolazione efficace, di una modalità attraverso la quale poter riattivare i suddetti naturali meccanismi di elaborazione di cui il soggetto è biologicamente dotato ma che “quella volta” non hanno funzionato a dovere. In merito a come sia giunta a tale scoperta Francine Shapiro, che ha sviluppato tale tecnica nel 1987, racconta di aver notato come durante una passeggiata, assorta da pensieri per lei negativi in quel momento, riuscisse ad allontanarne il peso, fino a farli scomparire, nel momento in cui il suo sguardo si muoveva rapidamente e ripetutamente da destra a sinistra e viceversa. Da ciò e dai successivi anni di approfondimento, studio e sperimentazione deriva la messa a punto di una procedura strutturata in diverse fasi che, in molti casi in tempi anche brevi, permette la risoluzione di diverse problematiche derivanti da eventi traumatici o esperienze emotivamente stressanti.

Il trattamento con EMDR è un approccio interattivo e standardizzato che agisce attraverso una doppia focalizzazione: si chiede cioè al paziente di concentrarsi su associazioni spontanee di immagini, pensieri, emozioni e sensazioni corporee legate all’evento traumatico mentre il terapeuta sottopone il soggetto ad una stimolazione bilaterale, che, nella sua forma originale ed ancora oggi principale , favorisce l’attivazione di rapidi movimenti oculari da destra a sinistra ma che, all’occorrenza, può utilizzare anche stimoli uditivi o tattili.

Chi può applicare l’EMDR

Come detto l’EMDR è una tecnica psicoterapeutica, quindi può essere applicata soltanto da uno psicologo o da un medico specializzati in psicoterapia. Inoltre esiste in Italia un unico Soggetto che può formare ed autorizzare gli specialisti alla pratica dell’EMDR, che è l’Associazione Italiana EMDR. I professionisti autorizzati e formati ad intervenire attraverso questa tecnica devono essere quindi anche in possesso della certificazione rilasciata dall’Associazione. Non è invece requisito indispensabile far parte dell’Associazione stessa e quindi comparire nominativamente negli elenchi dei terapeuti/membri da questa pubblicati.

Se sei interessato

Se ti interessano ulteriori informazioni in merito o desideri confrontarti sulla possibilità di poter beneficiare di tale intervento per un disagio che stai vivendo, puoi contattare uno dei pochi specialisti in zona formato ed autorizzato ad applicare tale tecnica commentando questo articolo o utilizzando la pagina contatti del sito.

Lascia un commento.